LIBERA STAMPA (?) IN LIBERO STATO

LIBERA STAMPA

Una libera stampa è condizione essenziale affinché uno stato si possa definire democratico. Uno stato non può censurare o chiudere i giornali. Non può processare i giornalisti per aver fatto il loro mestiere. Ovvero informare i cittadini ed essere i controllori, i cani da guardia del potere.

Già, perché un sano giornalismo è quello che dà informazioni corrette, complete e tempestive. Ma è anche – e soprattutto – quello che controlla e denuncia gli abusi di potere. Per questo è essenziale che i giornalisti e gli editori siano indipendenti e liberi.

Ma in Italia i media sono veramente liberi e indipendenti? La risposta non è così scontata.

Tutti i dati che tratteremo e la loro elaborazione si possono trovare nelle note in fondo all’articolo

SITUAZIONE IN ITALIA A LIVELLO NAZIONALE

Secondo i dati AMS riferiti a gennaio 2021, in Italia, il 53,29% delle copie vendute sono controllate da 4 gruppi editoriali: GEDI Gruppo Editoriale, RCS MediaGroup, Caltagirone Editore e Editore Nazionale. Se consideriamo invece, solo i giornali che hanno una diffusione superiore a 50.000 copie (65,39% del totale delle copie vendute) questi quattro gruppi ne controllano ben 10 su 13.

Ma chi sono questi gruppi?

GEDI Gruppo Editoriale è controllata da EXOR holding finanziaria della famiglia Agnelli che, oltre all’editoria, ha interessi nel calcio (Juventus), nell’automobilistica (Stellantis ex FCA ora fusa con PSA e Ferrari) e nella produzione di veicoli pesanti e agricoli (CNH Indutrial). I principali giornali controllati dal gruppo sono La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, L’espresso e The Economist.

RCS MediaGroup è controllata dalla Cairo Communication (che in pancia ha anche LA7, Cairo Editore ed Editoriale Giorgio Mondadori). La Cairo Communication è una società che fa capo a Urbano Cairo che è anche proprietario e presidente del Torino. I principali giornali del gruppo sono Il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport in Italia, Marca ed El Mundo in Spagna.

Caltagirone Editore fa parte della Caltagirone S.p.a. che fa riferimento a Francesco Caltagirone. La Caltagirone S.p.a., mediante le sue controllate, è attiva nei settori dell’ingegneria civile, del cemento e calcestruzzo e delle opere pubbliche. I principali giornali del gruppo sono Il Messaggero, Il Mattino e il Gazzettino.

Editore Nazionale è il gruppo editoriale della Monrif S.p.a., holding finanziaria della famiglia Monti Riffeser. Oltre all’editoria ha interessi nella stampa (Poligrafici Printing S.p.a.), nell’ospitalità (Monrif Hotels), nell’immobiliare (Editoriale Immobiliare S.r.l. e Compagnia Agricola Finanziaria Immobiliare srl) ed investimenti in altri settori (My menù, Will ITA e LINFA-F.I.C.O. Eataly World). I principali giornali del gruppo sono Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno.

Il 65% della stampa è controllato da quattro gruppi.
Il 65% della stampa è controllato da quattro gruppi.

Ma non sono gli unici editori in Italia. Anche se molti ne condividono lo schema imprenditoriale. Ad esempio, Tosinvest editoria (della famiglia Angelucci) che possiede Il Tempo, Libero Quotidiano e vari giornali locali. Inoltre, ha anche interessi nella Sanità (San Raffaele Spa mediante Tosinvest sanità), nell’immobiliare e nel Facility Management.

Il Foglio e Tempi, di proprietà della Sorgente Group SPA, attraverso Musa Comunicazione si occupa anche di gestione del risparmio (Sorgente SGR e Quorum SGR), energia ed infrastrutture (Sorgente SEIN), Real Estate Management (Sorgente REM, Polimnia RES) e diverse società immobiliari e di servizi finanziari. Ma gli esempi sono moltissimi e purtroppo non solo a livello nazionale.

SITUAZIONE IN ITALIA A LIVELLO LOCALE

Anche a livello locale lo schema di accentramento e di poca indipendenza non cambia a danno della libera stampa. Ad esempio, in Friuli-Venezia Giulia i due giornali più venduti sono il Messaggero Veneto e Il Piccolo. Entrambi di proprietà del gruppo GEDI. Il giornale più diffuso nel triveneto, Il Gazzettino, è di proprietà della Caltagirone Editore ed altri. Tra cui il Gruppo Editoriale Athesis che ha nelle Confindustrie di Verona e Vicenza i principali azionisti, come scritto sul loro sito. Questo gruppo pubblica i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi. Inoltre controlla Radio Verona e i canali tv Telearena e Telemantova, oltre ad avere una casa editrice (Neri Pozza).

E ancora, il gruppo Athesia controllato dalla famiglia Ebner e che vede come AD Michl Ebner politico di lungo corso della SVP. Il gruppo Athesia ha attirato nel 2018 l’attenzione del governo Conte in quanto, dopo l’acquisizione del quotidiano L’Adige, otteneva una posizione di assoluto dominio nei media regionali. Infatti, il gruppo Athesia possiede anche la proprietà di Dolomiten, Zett, Die Sudtiroler Frau, Katholisches Sonntagsblatt, L’adige, Alto Adige, Trentino (per citare i principali). Da non dimenticare le radio (Radio Dolomiti, Sudtirol 1, Radio Tirol) e tutta la vasta gamma di interessi del gruppo nelle tipografie, nel commercio ed editoria, nell’energia, nelle agenzie di viaggio e negli hotel.

Negli altri media le cose non sembrano andare meglio.

GLI ALTRI MEDIA

Se la famiglia Berlusconi nella carta stampata ha solo un ruolo marginale (Il Giornale controllato da Paolo Berlusconi), lo stesso non si può dire delle tv dove con Mediaset possiede 14 canali tv in Italia e 7 in Spagna, 2 piattaforme streaming e 5 radio. Sottolineiamo che sono i primi in termini di gruppo nell’ascolto medio giornaliero con 10.515.000 ascoltatori pari al 31,21% del totale. Inoltre, mediante la Fininvest controlla anche l’A.C Monza, il Teatro Manzoni e il gruppo Mondadori (Rizzoli, Einaudi, Mondadori, PIEMME tra i principali) e, per finire, ha una partecipazione del 30% in Banca Mediolanum.

GEDI possiede 3 radio che complessivamente raggiungono 8.276.000 ascoltatori pari al 24,57% del totale.

Il gruppo 24 Ore (Confindustria) che con il Sole 24 Ore è al quarto posto tra i giornali più letti (142.686 copie), raggiunge con Radio 24 il 10° posto come radio più ascoltata con un numero di ascoltatori pari a 2.357.000 (7%).

CONCLUSIONI

In Italia, fortunatamente, non c’è un problema dovuto alla censura di Stato o alla incolumità dei giornalisti tranne in rari casi. La stampa è (in teoria) libera. Quello che però appare evidente dai dati è che c’è un preoccupante accentramento editoriale in pochi gruppi e questo fenomeno pare continuare. Ad esempio, GEDI, dopo il tentativo fallito di acquisire il Sole 24 Ore, ora mira al Gruppo Athesis.

Questa situazione mette a rischio la pluralità dell’informazione. C’è anche un evidente problema di indipendenza dovuto al fatto che moltissimi gruppi editoriali sono solo un ramo di holding con interessi totalmente diversi e diversificati. E questo mina inevitabilmente la libertà d’inchiesta dei giornalisti. Un qualsiasi giornalista del gruppo GEDI come può sentirsi libero di poter scrivere un articolo di denuncia su una società della famiglia Agnelli? Come può un giornalista di Libero scrivere un articolo critico sul San Raffaele? Come può un giornalista del gruppo Athesia scrivere qualcosa contro gli interessi della SVP?

Secondo un proverbio se una persona dice che fuori piove e una dice che c’è il sole. Il compito di un bravo giornalista non è dar voce ad entrambe ma aprire la finestra e controllare. Ma come può un giornalista affermare che effettivamente fuori piove se il suo stipendio si basa sul fatto che fuori deve sempre esserci il sole?

Per questi motivi denunciamo con viva preoccupazione l’attuale situazione dell’editoria e chiediamo al governo degli interventi a tutela della libera informazione e della libera stampa:

– contrastare la creazione di monopoli sostanziali nazionali o locali;

– ostacolare l’accentramento editoriale e favorire in ogni modo la pluralità dell’informazione;

– tutelare l’indipendenza dei giornalisti e il diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati;

– favorire il ripristino e la creazione di gruppi editoriali indipendenti che si occupino solo di media ed editoria.

 

Di fatto la stampa è il quarto potere ed è proprio quello che controlla gli altri. Solo con una stampa libera e indipendente si può dire di vivere in uno Stato libero. Difendiamola e difendiamo il nostro diritto ad avere un’informazione libera.

 

Scritto da Daniele Andrian