ALTERNANZA SCUOLA LAVORO, DATI E RIFLESSIONI

In questo periodo sta facendo molto discutere il tema dei PCTO e, più in generale, il metodo didattico chiamato “Sistema Duale” che unisce la formazione teorica in aula con esperienze pratiche spesso fatte in aziende.

Il Sistema duale prevede, per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, un percorso obbligatorio che si può concretizzare in 3 differenti modalità: apprendistato di primo livello, impresa simulata e PCTO (ex Alternanza Scuola-Lavoro). Il Sistema comprende anche i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale( IeFP), erogati da enti formativi accreditati presso le regioni. Si tratta di percorsi qualificanti di 3 o 4 anni che prevedono un ampio ricorso all’applicazione pratica nelle modalità sopra citate (almeno il 40% del tempo il primo anno, 50% il secondo). Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, le cui morti hanno fomentato l’attuale ondata di agitazioni studentesche, frequentavano entrambi un IeFP.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sul tema che ha ricevuto più attenzione durante le proteste: i PCTO.

I PCTO , COSA SONO E COME FUNZIONANO?

I PCTO (“Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”)sono uno strumento didattico introdotto nel 2005 attraverso il dlgs 77/2005 anche se allora si chiamavano Alternanza Scuola-Lavoro. Ma è solo con la riforma detta “Buona Scuola”( Legge 107/2015) che l’alternanza diventa obbligatoria nel percorso di studi. L’ultima riforma risale al 2018 quando nascono i PCTO ,che rispetto all’Alternanza Scuola-Lavoro, hanno priorità modificate (maggiore importanza alle competenze trasversali e alle finalità orientative) e vedono ridotte le ore minime necessarie.

I PCTO sono progettati in autonomia dalle varie istituzioni scolastiche ( in cui i consigli di classe hanno un ruolo centrale) e tengono conto del “piano triennale dell’offerta formativa”,delle specifiche competenze e inclinazioni dello studente e, per le attività svolte in strutture ospitanti, della “Carta dei Diritti e dei Doveri delle Studentesse e degli Studenti in Alternanza”.

Sono previste un minimo di ore (90 per i licei,150 per gli Istituti tecnici, 210 per gli Istituti professionali) e si sviluppano, tendenzialmente, durante gli orari di lezione.

La scuola, che ha la responsabilità sull’eventuale periodo passato dagli studenti nelle aziende ospitanti, firma con esse delle convenzioni solo dopo averne valutato la capacità formativa,tecnologica,strutturale ed organizzativa e la presenza di tutti i documenti previsti dalla legge. Questo per garantire la salute e la sicurezza degli studenti.

Nel percorso formativo è obbligatorio che ogni studente abbia un tutor interno (scolastico) e, se è prevista un’esperienza in azienda ospitante, anche un tutor esterno (interno all’azienda). I PCTO possono essere svolti in aziende ospitanti,in enti formativi oppure “in aula” mediante strumenti come “Impresa in azione” dove nel contesto scolastico viene attivata una vera azienda (azienda agricola,mensa,panetteria ecc…) gestita dagli stessi studenti con l’aiuto di esperti, oppure “Impresa Simulata”dove viene riprodotto in laboratorio il modello lavorativo di un’azienda vera, apprendendo i principi di gestione, o ancora il Service Learning che è una proposta pedagogica, metodologica e didattica che consente allo studente di apprendere (Learning) attraverso il servizio alla Comunità (Service) come ad esempio attività sociali o di volontariato. Ma anche con un mix di tutte queste modalità.

I PCTO concorrono al giudizio finale durante l’esame di Stato.

Ai PCTO ,per superare le rigidità legate alla classe, gli studenti possono partecipare singolarmente o in gruppi. Se prevista l’esperienza in struttura ospitante sta alla scuola scegliere il miglior abbinamento studente-struttura. Il numero massimo di studenti che possono partecipare contemporaneamente all’esperienza in struttura è inversamente proporzionale al livello di rischio dell’azienda.

E’ previsto per legge un corso di sicurezza di base a scuola per tutti (4 ore) a cui viene aggiunta l’eventuale formazione specifica in base al livello di rischio della struttura ospitante(4 ore per rischio basso, 8 per rischio medio, 12 ore per rischio alto, come previsto dal Testo Unico 81/2008). Inoltre gli studenti devono avere la copertura INAIL e l’assicurazione sulla responsabilità civile verso terzi, entrambe senza oneri su studenti e famiglie.

Lo studente, pur facendo esperienza nel contesto lavorativo, non viene inquadrato come un lavoratore: è e rimane uno studente.

Alla fine del percorso lo studente ottiene la certificazione delle proprie competenze in un documento chiamato curriculum dello studente.

I PCTO sono gratuiti per lo studente (che non deve pagare per partecipare al progetto) e non è previsto nessun tipo di pagamento da parte delle aziende.

Esiste anche una piattaforma digitale a cui lo studente si iscrive per conoscere meglio i percorsi e per partecipare al corso sulla sicurezza offerto dall’INAIL. Questa piattaforma serve anche per raccordare le offerte dei PCTO e gli studenti.

CRITICITA’ E PUNTI FORTI

Un Sondaggio dell’Unione degli studenti fatto nel 2017 (in 9 regioni e su 15 mila studenti) ha dimostrato che il 57% degli studenti ha partecipato a percorsi di Alternanza non inerenti agli studi e circa il 40% ha sentito i propri diritti negati (per esempio non erano seguiti da un tutor). Il 38% degli studenti dichiarava di aver dovuto sostenere spese per partecipare a questi percorsi( alcuni anche 300-400€) e l’87% dei percorsi non sono stati discussi con gli studenti ma “calati dall’alto”.Irene Bresciani della Rete degli Studenti medi di Padova dichiara a il Fatto Quotidiano: “Questi stage spacciati per formativi e i Pcto non sono scuola, non sono lavoro,ma sono sfruttamento gratuito”.

Inoltre ,come afferma Antonello Giannelli (Associazione Nazionale Presidi)spesso le scuole devono pregare le aziende affinché prendano gli studenti in PCTO.

Ma il sistema ,pur nei suoi limiti sopraelencati, pare funzionare almeno per una parte degli studenti. Secondo il rapporto di Almadiploma riferito ai diplomati 2017 chi ha provato l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro ha avuto il 40,6% in più di possibilità di lavorare. Nel report riferito ai diplomati del 2019, ad un anno del titolo di studio “il 16,3% di quanti hanno svolto attività di PCTO è stato successivamente richiamato dall’azienda presso cui ha svolto tale esperienza. Come ci si poteva attendere, sono soprattutto i diplomati tecnici (22,6%) e ancor di più i professionali (27,3%) ad aver ricevuto una successiva proposta di collaborazione dall’azienda. Inoltre, tra quanti hanno svolto PCTO durante gli studi e sono occupati al momento dell’intervista, il 32,8% dichiara di lavorare, ancora dopo un anno dal diploma, nell’azienda presso cui ha svolto tale esperienza (è il 36,2% tra i tecnici e il 33,0% tra i professionali)”.

Anche noi GEV abbiamo fatto un sondaggio interno nel 2022 che, pur non avendo valore scientifico, conferma quanto detto. Ne tratteremo in dettaglio in un articolo a parte, ma qui ci preme far notare alcuni risultati:  Il 30% degli intervistati ha trovato i PCTO non coerenti al proprio percorso di studi, l’80% ritiene utile l’esperienza e pur con lacune nella formazione (il 20% non ha ricevuto la formazione sulla sicurezza e il 66,7% non è stato formato sui suoi diritti) si sentiva sicuro (96,3%) e l’ 82,5% non vorrebbe veder eliminati i PCTO anche se preferirebbe avere almeno un rimborso spese (92,3%). Alla domanda “Che cosa miglioreresti?” quasi tutti si sono concentrati su una migliore formazione (sia sui propri diritti sia su ciò che dovrebbero imparare), un maggiore controllo e supporto dalle scuole, un minimo di compenso e maggiore coerenza con il percorso di studi.

PROPOSTE NEL DIBATTITO PUBBLICO

Antonello Giannelli chiede ,tra le varie proposte, di creare una banca dati con le recensioni per mappare le aziende più adatte e sicure per gli studenti. Lena Gissi (Cisl Scuola) propone di incentivare i tutor e chiede un rimborso spese per gli studenti per i mezzi pubblici.La Flc CGIL chiede l’eliminazione dell’obbligatorietà dei Pcto,i Cobas Scuola vanno oltre chiedendone la totale abolizione da subito.

LE NOSTRE PROPOSTE

Noi come Gev abbiamo alcune proposte:

-Inserire nel percorso scolastico dell’ultimo triennio un corso sui diritti del lavoratore e sulla sicurezza, andando oltre quello obbligatorio di 4 ore previsto per i PCTO.
– L’inquadramento dell’ alunno che ha un’esperienza in aziende ospitanti è quello di studente e quindi il suo percorso deve essere in senso formativo e non in senso produttivo. Dobbiamo evitare con ogni mezzo, magari investendo sui tutor interni e dando loro maggiori possibilità di controllo nelle aziende, che l’esperienza formativa diventi un’esperienza lavorativa. Assicurando quindi che lo studente non sia mai lasciato solo,che non svolga nessuna attività in autonomia, che non sostituisca nessuno e che sia sempre affiancato al suo tutor aziendale.
– Pur non essendo inquadrato come lavoratore, allo studente devono essere garantiti tutti i diritti che vengono riconosciuti ai lavoratori nello svolgimento delle loro attività (come ad esempio le pause).

– L’obbligatorietà dei PCTO, in particolare nei licei, può essere prevista solo se nell’offerta formativa è garantita la coerenza con il percorso di studi. I ragazzi che dovessero trovarsi senza questa possibilità per esempio in assenza di un’azienda disponibile o in assenza di percorsi alternativi validi ( impresa simulata, percorsi sociali, lavori di gruppo presso scuole di grado inferiore, corsi per migliorare le soft skills) non potranno essere obbligati a frequentare i PCTO. La coerenza con il percorso di studi è criterio fondamentale e imprescindibile.

–  Prevedere un rimborso spese (noi pensiamo ad una base forfettaria a cui poi aggiungere le eventuali spese rendicontate eccedenti) affinché per lo studente non ci siano oneri, poichè siamo convinti che serva anche e soprattutto a livello formativo e pedagogico affinché i giovani comprendano che il lavoro gratuito non è accettabile e che il tempo ha un valore. Il rimborso spese dovrebbe essere discusso e inserito nell’accordo tra scuola e aziende tenendo conto che lo studente genera valore per l’azienda, anche solamente come risparmio di spesa per reperire e formare nuove risorse umane se, come Almadiploma certifica, circa ⅓ degli studenti occupati ad un anno dal diploma, viene poi inserito nelle aziende in cui ha svolto il PCTO.

– Tenendo conto dei punti precedenti, chiediamo di aumentare le ore di PCTO per chi frequenta gli Istituti Tecnici e Professionali. Per questi due indirizzi chiediamo di favorire le (e investire in) esperienze di “Impresa in Azione” (aziende interne e gestite dalla scuola e dagli studenti con l’aiuto di esperti) e nei laboratori scolastici. Riteniamo giusto prevedere che le ore in aziende ospitanti siano solo mirate al completamento delle esperienze o previste in assenza di laboratori interni efficienti.

-Le ore previste nei PCTO non devono essere svolte fuori dall’orario scolastico ( Notte,fine settimana, periodo estivo) per evitare abusi, sfruttamento e mancanza di controllo da parte dei tutor scolastici.

– Differenziare il percorso di PCTO dei licei escludendo le esperienze in aziende ospitanti ,soprattutto se incoerenti con il percorso di studi e favorendo esperienze negli ambiti del terzo settore, sociali o fornire delle competenze utili nel proseguimento degli studi universitari (soft skills come il saper parlare in pubblico, organizzazione mentale dello studio, gestione dati ed informazioni ecc…)

– Prevedere dei sondaggi online anonimi, prima e dopo il tirocinio, con lo scopo di monitorare l’esperienza complessiva del progetto. L’alunno/a deve poter scrivere le proprie impressioni ed eventuali critiche senza il timore di ripercussioni né da parte dell’azienda ospitante, che non potrà accedere al risultato del singolo sondaggio,né da parte degli insegnanti, che potranno osservare solo le risposte date dagli studenti, senza però conoscere gli autori delle stesse. Questo può permettere alla scuola di capire se un’azienda è adatta ad ospitare alunni o meno. Da questi sondaggi poi proponiamo di creare la Banca dati che proponeva Giannelli.

-Chiediamo infine un maggiore coinvolgimento dei rappresentanti degli studenti e/o dei rappresentanti di classe nella fase di progettazione dei PCTO.

 

 

Scritto da

Daniele Andrian
Tommaso Gorini
Martina Marradi