SEMPRE MENO MOTIVI PER TORNARE (SOPRATTUTTO AL SUD). SEMPRE PIÙ MOTIVI PER SCAPPARE!

Con la legge 58 del 2019 si costruiva un ponte per far sì che le persone emigrate all’estero per lavoro, studio, o che, semplicemente, volessero venire a vivere nel Bel Paese potessero essere incentivati ad un ritorno/trasferimento in Italia.

Per rendere competitivo il nostro Paese, non solo per i turisti mordi e fuggi, ma anche per coloro che in Italia ci vogliono mettere su famiglia e restare, con tale proveddimento, si andava a ridurre la base imponibile IRPEF, ottenendo benefici sulle entrate nette dei singoli impatriati.

In particolare, un maggior incentivo era previsto per chi decideva di trasferirsi al centro o al sud Italia, territori, che soprattutto nelle zone più periferiche, sono diventati terre di esodati.

Infatti, se per coloro che decidevano di vivere nelle zone settentrionali del nostro Paese la base imponibile veniva ridotta al 50%, per coloro che decidevano di spostarsi più verso le zone meridionali tale cifra saliva al 70% per le regioni del centro e al 90% per quelle del sud, rendendo competitivi anche in questi territori gli stipendi.

L’incentivo a restare era, inoltre, segnato dal fatto che se si decideva di acquistare casa o di fare un figlio o di adottarlo, i periodi d’imposta a cui tale regime poteva essere applicato passavano da cinque a dieci.

Tutto ciò faceva in modo che tanti, italiani andati a studiare o a vivere all’estero e non, potessero tornare per restare, dato che l’agevolazione poteva essere applicata solo se si decideva di restare per almeno due anni nella penisola.

In numeri, tel decreto ha agevolato il rientro in Italia, nel solo 2021, in un periodo particolamente complesso per i trasferimenti come è stata la Pandemia da Covid-19, di quasi 20.000 persone, contro le sole 3.700 del 2017.

Oggi, tale provvedimento, verrà quasi completamente cancellato. Ad eccezione, degli sportivi, per i quali già si stanno prevendendo delle deroghe, chissà perchè.

Da due anni di permanenza all’estero, perfetto per chi optava per una magistale o un master bimestrale all’estero, ora ne saranno necessari tre. Al rientro la base imponibile sarà calcolata al 50%, per ogni parte d’Italia, andando, quindi, a rimuovere del tutto l’incentivo che faceva preferire le città più meridionali agli impatriati. Infine, si potrà usifuire di tale agevolazione solo per cinque anni, contro i dieci, facilmente raggiungibili acquistando casa in Italia, o i tredici, difficilmente raggiungibili in quanto era necessario, in questo caso, per ottenere gli ulteriori tre peridi d’imposta avere più un figlio, adottivo e non, ma comunque previsti, della vecchia disciplina.

La nostra generazione non può essere ancora una volta lasciata indietro e discriminata. Non lasceremo che il sogno di tanti nostri colleghi di tornare nelle proprie città, dalle proprie famiglia, con uno stipendio decente sia cancellato da un governo che predica una nazione di italiani e italiane, ma poi fa di tutto per abbandondarli all’estero.

E MENOMALE CHE CI TENEVANO!

 

A cura di Giuseppe Cuccurese